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Sala 2. L’età etrusca e romana
La scarsa documentazione archeologica esposta in questa saletta e le notizie di vecchi rinvenimenti permettono di ricostruire l’assetto del territorio in età etrusca e romana e la rete di piccoli abitati sparsi. In questo quadro, oltre le estese tracce di centuriazioni nella pianura, acquistano rilevanza, per l’età augustea, i dati epigrafici di Cappiano tra cui il titolo funerario di Tiberius Iulius Rhodon, del I secolo d. C., rinvenuta nel 1700 nella chiesa di S. Bartolomeo a Cappiano e conservata nella collezione fiorentina Aldobrandini Antinori e qui esposta in calco.
L’ara votiva in marmo, recuperata alla fine del 1700 durante lo smantellamento del muraglione di sbarramento del Lago di Fucecchio e ritenuta perduta per lungo tempo, venne nuovamente rintracciata nel 1973 in un muro d’orto in via Castruccio Castracani a Fucecchio, appartenuto al canonico e erudito locale Gaetano Rosati che per primo la trascrisse.
Approfondimenti
A partire da età augustea, nel quadro di una più estesa riorganizzazione fondiaria, la pianura a sud ovest di Fucecchio è interessata da un esteso programma di centuriazione, consistente nella delimitazione di un reticolo di appezzamenti quadrati di terreno, di circa 710 m di lato, da assegnare ai veterani dell’esercito, parte di un più ampio sistema esteso a tutta la valle dell’Arno.
Le tracce di queste suddivisioni agrarie erano ancora ben visibili nella cartografia prima della proliferazione edilizia della seconda metà del 1900.
(da Ristori 1982)
I due lingotti di bronzo o rame ferroso, esposti in calco, furono rinvenuti presso Tricolle (Ponte a Cappiano) nel 1912 e sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Si tratta di una forma di commercializzazione del metallo, datata tra la seconda metà del VI e la seconda metà del IV secolo a. C.. Il valore di questi lingotti, da definire per pesatura, poteva anche svolgere il ruolo che più tardi verrà svolto dalle monete. Il peso e il conseguente valore di quest’ultime, controllato e garantito dall’autorità che le emetteva, ha il vantaggio di permettere computi e transazioni molto più agili per semplice conteggio delle monete.
La collezione Adriano Lotti si compone di materiali che provengono da un’area compresa tra il Lazio e la Toscana meridionale e vi sono rappresentate soprattutto classi di ceramiche prodotte in Etruria sotto l’influsso dei prodotti importati dall’Eubea e da Corinto.
La collezione si è formata a Fucecchio con materiale proveniente da aree esterne al Valdarno e documenta una fase nella quale il collezionismo privato ha contribuito ad evitare la dispersione di nuclei di dati storici. Il Comune di Fucecchio l’ha acquisita nel 2009 dagli eredi di Adriano Lotti, cui era pervenuta per via ereditaria. L’arco cronologico della collezione è assai ampio, estendendosi dalla preistoria al periodo tardo antico. Anche le provenienze sono varie, ma vi predomina un nucleo di reperti dell’Etruria Meridionale.
La raccolta svolge una funzione complementare ai materiali archeologici di provenienza locale, permettendo al visitatore di allargare lo sguardo a classi di materiali in relazione con produzioni del Mediterraneo antico. Tra questi sono da menzionare soprattutto i nuclei di ceramica italo-geometrica, etrusco-corinzia e di bucchero.