Chiesa abbaziale di San Salvatore

Fondata dal conte Cadolo presso il ponte sull’Arno, la Chiesa di San Salvatore è ricordata per la prima volta in un documento del 986. Affiancata attorno all’anno Mille da un monastero benedettino, entrambi gli edifici furono ricostruiti su un’altura vicina al castello di Salamarzana (l’odierno Poggio Salamartano) a seguito della rovinosa esondazione del fiume del 1106. Ad un primo periodo di notevole ricchezza seguì, alla fine del Duecento, dopo l’estinzione della stirpe dei Cadolingi, la decadenza: affidato ai Francescani passò poi alle Clarisse che tuttora vi risiedono. 

All’esterno sono ancora visibili elementi risalenti al periodo medievale, come le piccole arcate laterali o i resti di bifore ed archi in cotto decorato sulla facciata. All’età medievale è inoltre riferibile la robusta torre campanaria che si eleva sul lato posteriore. Lavori di ristrutturazione e di ampliamento susseguitisi dal Cinquecento al Settecento hanno dato alla Chiesa la fisionomia attuale. 

All’interno della chiesa, ad unica ampia navata secondo il tipico schema francescano, spicca in marmo di Carrara l’altare maggiore, realizzato nel primo decennio del Settecento. Dello stesso periodo è il soprastante dipinto su tela di Cristo in croce con Madonna, Maddalena e San Giovanni. Gli altari laterali, di impianto vasariano, furono eretti tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, ma hanno subito rimaneggiamenti nel 1738.  Sul lato sinistro, oltre a un Crocifisso in legno dipinto della prima metà del XIV secolo, si trova uno splendido e raro organo della fine del XVI secolo.

 

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