Sulla sommità della torre è documentata la presenza di una domuncola dalla quale i soldati controllavano la campagna circostante e i castelli del circondario. Si trattava probabilmente di una garitta, o comunque di una piccola struttura, forse in legno, per il riparo delle sentinelle. Dalla sommità della Torre di Mezzo, infatti, dovevano essere costantemente monitorati i segnali provenienti dai castelli vicini fedeli a Firenze. Da quella posizione erano visibili sia i segnali notturni, cioè quelli luminosi prodotti dalla la fiamma viva di un fuoco, sia i segnali diurni, ovvero la colonna di fumo di fuochi appiccati sulla cima di torri. Esisteva un codice prestabilito che consentiva ai castelli filo-fiorentini di comunicare tra sé, come descritto in una provvisione fiorentina del 1377.
Dalla cima della Torre di Mezzo, con lo sguardo rivolto verso Sud, si poteva vedere la Torre Grossa, ancora oggi perfettamente conservata. Si tratta del nucleo più antico del castello cadolingio di Salamarzana, antica residenza del conte Lotario. In origine l’antico palatium comitale doveva essere realizzato completamente in pietra, come si vede ancora oggi nella parte bassa della muratura che conserva una porzione in bozze di arenaria. In tempi successivi l’edificio venne modificato con l’aggiunta di nuovi piani in muratura di mattoni, fino al coronamento merlato, realizzato probabilmente nel momento in cui la torre venne definitivamente inglobata nella Rocca Nuova. Dall’apertura al primo piano si accedeva direttamente al cammino di ronda del procinto de super.